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giovedì 15 agosto 2024

I Virus: Figli di un Dio Minore di Luigi Marcello Monserrato (Macrolibrarsi)

 Negli ultimi tempi, l'attenzione sull'impatto dei virus, amplificata dalla pandemia da Covid-19, ha spesso generato paura e ansia.

Tuttavia, la ricerca scientifica moderna svela una prospettiva più complessa. I virus non sono semplicemente "nemici mortali", ma partecipano attivamente all'ecosistema umano.

Grazie al linguaggio preciso e molto ben comprensibile da tutti del dott. Monsellato:

  • esploriamo il ruolo dei virus nella simbiosi sistemica, la loro presenza nella nostra storia millenaria e il loro impatto sui cambiamenti ambientali,
  • scopriamo come la genetica dei virus influisce sull'evoluzione epigenetica dell'essere umano,
  • approfondiamo il rapporto millenario tra i virus e gli esseri umani, i fattori esterni che ne alimentano la diffusione e l'interazione tra la genetica virale e i cambiamenti epigenetici.

Estratto dal Capitolo “Virus, habitat e pandemia”

(…) Gli scienziati sono a conoscenza che tra i promotori della diffusione di malattie infettive emergenti, vi siano fattori rilevanti come la perdita di habitat, la realizzazione di ambienti artificiali, la contraffazione e il commercio di animali selvatici e più in generale l’abbattimento della biodiversità.

In particolare, l’influenza dell’uomo sugli ecosistemi naturali ha oggi manipolato in modo considerevole il 75% dell’ambiente terrestre e circa il 66% di quello marino con la possibilità di far cessare la vita a circa 1 milione di specie animali e vegetali.

MachupoLassaMarburgEbola, nomi di fiumi o di città esotiche ci rammentano che ricorrentemente nuovi germi “emergono”, più di frequente in località lontane, e sommano difficoltà ai problemi di popolazioni già tormentate da condizioni di vita problematiche.

La  possibilità per le malattie infettive di emergere e circolare in vaste aree geografiche non è sicuramente un fatto nuovo, tuttavia, sono mutati i tempi con cui questo si verifica.

Nel xiv secolo imperverso una delle più distruttive epidemie della  storia: la peste nera. Essa partì dalle zone centrali della Cina e, dopo aver percorso in quindici anni l’Asia centrale sulle vie carovaniere, pervenne nel 1346 in Crimea, nel 1347 a Costantinopoli, nell’arco di un altro anno nel Sud della Gran Bretagna e dopo altri due anni sbarcò in Europa, percorrendola in lungo e in largo.

Nel 2002 la Sindrome respiratoria acuta grave (sars) comparve in Cina per poi diffondersi in molti altri Paesi nell’anno successivo, causando più di 8000 casi e quasi 800 morti (Pulcinelli C. et al., 2003).

Oggi il sars-cov-2, come ben sappiamo, partito a quanto sembra anch’esso dalla Cina, in pochissimo tempo si è diffuso a macchia d’olio in tutto il mondo, provocando milioni di morti in nemmeno due anni.

È così che un germe, indovato nel suo ospite umano, può, in meno di 30 ore, giungere da un estremo all’altro del mondo, facendo sì che un’epidemia possa scoppiare in una qualsiasi città occidentale prima che venga identificata la sua origine in una zona dell’Estremo Oriente o dell’Africa centrale. Questa enorme accelerazione nella possibilità di diffusione di un contagio è senz’altro riconducibile alla maggiore facilità e rapidità con cui viaggiano persone e merci.

Le odierne epidemie avanzano e si diffondono celermente impiegando i moderni, sempre più veloci, mezzi di trasporto. Si stima, infatti, che la velocità media di spostamento degli esseri umani sul pianeta sia aumentata di circa mille volte negli ultimi due secoli e che il numero di passeggeri internazionali sia andato rapidamente crescendo fino a giungere a 700 milioni per anno nel 2000, a oltre un miliardo per anno dal 2010 e il numero sta sensibilmente crescendo di anno in anno. È anche aumentato il numero delle destinazioni. 

Tutto  ciò  rende  possibile a persone affette da patologie contagiose di spostarsi rapidamente in luoghi diversi portando con sé agenti  patogeni. È il prezzo della globalizzazione che tutte le nazioni, nessuna esclusa, sono chiamate a pagare. (...)

“Capire il funzionamento del nostro corpo e del nostro ambiente, partendo dai virus, ci permetterà di fare il cambio di paradigma.”

“Non esiste un virus, una malattia da sconfiggere, bensì esiste un terreno frutto della sua storia, dei suoi battiti, dei suoi aneliti, del suo peculiare vissuto, che reagisce e si riattiva proprio grazie al virus.” (L.M. Monsellato)




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