Questo sostanza , presente in moltissime piante, Cannabis su tutte, ma in buona quantità nei chiodi di garofano, pepe nero, rosmarino , lavanda etc, è un classico esempio come la medicina complementare, può integrare quella “ufficiale” concorrendo ad una riduzione dei dosaggi e quindi degli effetti collaterali.
Chimicamente è un terpene, sostanza volatile, che interagisce, con il sistema endocannabinoide, che prende il nome dalla Cannabis , specie vegetale elettivamente antinfiammatoria.
Esso si basa su due recettori il CB1,presente nel sistema nervoso centrale, e il CB2 nel sistema nervoso periferico.
Il BCF agisce sul secondo, inibendo le citochine proinfiammatorie , IL1 , IL6 e altr come il TNF, promuovendo le citochine antinfiammatorie come IL8.
Ricordate la “ tempesta” di citochine prodotta dall’infezione Sars cov2? Erano le prime , le proinfiammtorie.
Riesce a passare la barriera emato-encefalica, quindi entrare nel cervello, riconoscere il recettore degli oppioidi, e favorire il rilascio di beta-endorfine, con attività antidolorifica.
Nessuna attività psicotropa.
L’uomo non ha scoperto nulla , ha solo osservato.
Agisce anche su infiammazioni intestinali ed epatiche.
Ma la sua attività ,per me più significativa, è sul dolore cronico, che vede un diffuso uso di oppioidi.
I cui noti effetti avversi possono essere mitigati dal beta-cariofillene.
Altra cosa importantissima è che possono essere assunti da chi è in terapia con anticoagulanti, con l’unica accortezza di distanziarne l’assunzione.
Comunque affidatevi sempre a professionisti della salute, autorevoli.
Alla prossima!
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